Disturbo del sonno

Disturbo del sonno: la cura senza farmaci

DOTT.SSA SONIA SCHETTINO – PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

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Posted by Live Social Radio Dolomiti on Wednesday, September 26, 2018

 

Breve intervista per parlare di un problema, il disturbo del sonno, che colpisce sempre più la popolazione, con numeri in continuo aumento.

Indipendetemente da ciò che può aver inizialmente causato l’insonnia la sfiducia appresa nella propria capacità di dormire è uno dei principali fattori che alimentano e perpetuano il problema.

I pazienti prima di arrivare in terapia normalmente hanno provato diverse soluzioni, tra cui i farmaci ipnoinducenti. Farmaci che hanno effetto nell’insonnia da adattamento, ma nullo nel disturbo del sonno cronico.  A causa dell’assefuazione si perde infatti l’effetto ipnotico. Nonostante la perdita di efficacia si assiste ad una dipendenza da farmaco  molto diffusa e a una forte resistenza alla rinuncia dello stesso per paura di peggiorare ulteriormente.

Il trattamento prevede un iniziale momento di valutazione basata su indicatori di durata, intensità e frequenza del disturbo del sonno. Individuata la specifica problematica legata al sonno si procede con l’intervento attraverso l’integrazione di diverse tecniche cognitive-comportamentali. Queste tecniche hanno l’obiettivo di smontare quelle tentate soluzioni che hanno portato la persona a peggiorare anzichè migliorare la qualità del sonno ed ad interrompere il cirolo vizioso dell’insonnia.

Esempio di circolo vizioso dell’insonnia:

  1. Stesi a letto in uno stato di veglia, con l’arrivo di pensieri intrusivi (ad es. non riuscirò a dormire)
  2. Percezione e conferma di essere incapace di addormentarsi
  3. Arousal emotivo: rabbia, frustrazione
  4. Ansia e tensione per le conseguenze del giorno dopo (non riuscirò a concentrarmi, starò male tutto il giorno, …)
  5. Ulteriore tensione fisica, emotiva e cognitiva che riporta al punto 1

 

Importante dunque intervenire sul sistema percettivo della persona, come vive il momento di approcciarsi al sonno e sui comportamenti notturni.

 

 

Insonnia

Insonnia: come curarla in tempi brevi

Il sonno è un bisogno primario che condividiamo con tutti gli essere viventi,  è necessario per un ristoro mentale e fisico, aiuta a favorire il consolidamento dei ricordi e favorisce l’apprendimento e un benessere psicofisico generale. Tuttavia l’incapacità di dormire di notte è uno dei disturbi più frequenti. Viene stimato che 1 adulto su 10 soffre di Insonnia Cronica, mentre 3 su 10 di insonnia sporadica. Nonostante questa alta diffusione i dati nazionali e internazionali mostrano che l’insonnia è in genere trascurata e maltrattata dai medici e in primis dai pazienti, che spesso imparano a convivere con questo disturbo con rassegnazione.

Al sonno sono legate molte credenze. Ad esempio è condivisa l’idea che per un buon sonno siano necessarie almeno 8 ore. Delle recenti ricerche hanno dimostrato che un sonno di cattiva qualità è dato non tanto dalla sua durata piuttosto dalla frammentarietà dello stesso.

Altra falsa credenza è il beneficio nell’uso del farmaco ipnoinducente per il disturbo di insonnia cronica, per il quale invece è innapropriato. Si assiste ad autoprescrizioni e a continui somministrazioni nonostare l’inefficacia sul disturbo. Tali farmaci infatti hanno utilità laddove ci sia un’insonnia sporadica, e prima che essa diventi cronica.

Insonnia: di cosa si tratta

L’insonnia, letteralmente “mancanza di sonno”, comporta una persistenza di una difficoltà di inizio, durata, mantenimento o qualità del sonno anche quando la persona avrebbe l’opportunità di poter dormire adeguatamente. Si può parlare di insonnia se il disturbo è frequente e si patisce da un tempo superiore al mese. I sintomi che si riscontrano si dividono in: .

  • Sintomi notturni: difficoltà di addormentamento/mantenimento del sonno, sonno leggero e sonno disturbato e non ristorativo, interruzioni notturne
  • Sintomi diurni: sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali/occupazionali o in altre aree importanti di funzionamento della persona

Principalmente le persone lamentano una difficoltà di addormentamento (periodo superiore alla mezz’ora), risvegli notturni frequenti e/o risvegli fortemente anticipati rispetto alla sveglia programmata.

Trattamento: Protocollo psicologico CBT-I

L’intervento cognitivo comportamentale prevede una prima fase diagnostica (2/3 colloqui) per valutare se il disturno deriva prevalentemente da cattive abitudini comportamentali o stili di vita malsani, piuttosto che da un controllo cognitivo e pensieri disturbanti. In questa fase si escludono eventuali insorgenze di natura organica che richiedono cure specifiche e mirate alla causa organica primaria.

Il trattamento, di massimo 5 colloqui, vedrà la prescrizione di tecniche comportamentali e/o cognitive che andranno a rompere schemi disfunzionali di approccio al sonno che la persona ha attuato nei mesi/anni di sofferenza.

Gli effetti del trattamento:

  • miglioramento della qualità del sonno (durata, continuità ed efficienza)
  • riduzione del disagio emotivo, cognitivo e sociale che caratterizzava la fase diurna
  • ripristinare il senso di controllabilità del proprio sonn
  • eliminare l’abuso e dipendenza dei farmaci ipnotici

Sonia Schettino – Psicologa Psicoterapeuta – Studio di Psicologia Rovereto